PNRR e PIANO SCUOLA 4.0: cosa significa e come fare domanda

Per presentare un buon progetto PNRR Istruzione Scuola 4.0 si deve partire dalla didattica innovativa e coinvolgere tutta la comunità scolastica

Published: Marzo 27th, 2023

È un momento d’oro per le scuole italiane: grazie ai fondi europei del piano Next Generation EU, tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possono beneficiare dei finanziamenti previsti nella missione numero 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  – PNRR ultima versione – il quale vede nel Piano Scuola 4.0 il suo decreto attuativo. In questo documento sono tracciate le linee guida per attuare il vero cambiamento che ci porterà verso la scuola del futuro. Tecnologia e metodologie innovative, ma anche formazione.

Il decreto Scuola 4.0 del Piano Resilienza prevede, infatti, che i fondi siano utilizzati per acquistare dispositivi e software in grado di rivoluzionare il modo di fare scuola. Tuttavia, non si tratta solo di comprare alta tecnologia, ma di ripensare la scuola e stabilire come cambiarla, aspetto fondamentale per capire come utilizzare gli strumenti e dispositivi acquistati.

Andiamo più nel dettaglio e approfondiamo cosa prevede il decreto Scuola 4.0 e come presentare la domanda in via telematica per ottenere i fondi del PNRR Istruzione.                                                                   

PNNR Istruzione: come investire i fondi per realizzare classi innovative e laboratori

Partiamo da un presupposto: tutto questo sforzo economico verso l’ammodernamento delle scuole italiane ha come obiettivo finale quello di preparare gli studenti ai mestieri del futuro. Ma quali saranno le professioni del futuro non possiamo ancora saperlo di preciso, le tecnologie si evolvono rapidamente e con loro anche le competenze necessarie per maneggiarle. Ecco perché la scuola deve essere reattiva, sempre pronta per rimodellare la didattica e cavalcare le novità che la tecnologia porterà nelle nostre vite, così da fornire agli alunni il giusto bagaglio culturale per affrontare il mondo del lavoro.

Questo prevede che corpo docenti e personale scolastico per primi siano aggiornati costantemente sulle nuove tecnologie, ed è qui che entra in gioco il fattore formazione come condizione sine qua non per rendere possibile questa rivoluzione. Immaginiamo che una scuola abbia un laboratorio audio video di ultima generazione e un docente che non sa utilizzare queste tecnologie. Sarebbe solo uno spreco di denaro per la scuola e un elemento di frustrazione per l’insegnante, oltre che un’occasione mancata per gli studenti. La formazione del personale scolastico rimane dunque fondamentale per qualunque iniziativa di ammodernamento degli arredi e delle dotazioni della scuola. 

Il piano 4.0 per la scuola è scritto molto bene e fornisce tutti gli elementi necessari per ripensare gli spazi e le dotazioni scolastiche dei singoli istituti a seconda delle esigenze. 

Piano Scuola 4.0, differenza tra Next generation Classrooms e Next generation labs                  

Il Piano Scuola 4.0 e la linea di investimento 3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori” nell’ambito della Missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR approvato) prevedono due azioni di intervento:

  • Azione 1 – Trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento, cui fa riferimento la dicitura Next Generation Classrooms.
  • Azione 2 – Realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro, cui fa riferimento la nomenclatura Next Generation Labs.

Next Generation Classrooms è il titolo della prima azione del Piano “Scuola 4.0” che prevede la trasformazione di almeno 100.000 aule in ambienti innovativi di apprendimento. Le comunità scolastiche del primo e del secondo ciclo progetteranno e realizzeranno “ambienti fisici e digitali di apprendimento (on-life), caratterizzati da innovazione degli spazi, degli arredi e delle attrezzature e da un nucleo portante di pedagogie innovative per il loro più efficace utilizzo, secondo i principi delineati dal quadro di riferimento nazionale ed europeo. La trasformazione fisica e virtuale deve essere accompagnata dal cambiamento delle metodologie e delle tecniche di apprendimento e insegnamento”, si legge nel documento disponibile sul sito dedicato al PNRR Istruzione.

Semplificando, l’Azione 1 – “Next Generation Classrooms” prevede di cambiare il volto degli ambienti in cui si fa lezione sistematicamente, non solo nelle aule ma anche in altri ambienti di cui la scuola possa disporre ed è valido per tutte le scuole del primo e secondo ciclo. Mentre “Next Generation Labs”, la seconda azione del Piano Scuola 4.0 per la realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro, si rivolge a tutte le scuole secondarie di II grado

Questi laboratori permetteranno di ampliare l’offerta formativa dell’istituto scolastico attraverso percorsi curricolari, extracurricolari e PCTO (alternanza scuola-lavoro). L’obiettivo è quello di fornire competenze STEAM, digitali e trasversali alle ragazze e ai ragazzi degli istituti secondari di II grado per orientarli al lavoro e portarli così ad avere una maggiore consapevolezza e conoscenza realistica degli ambienti professionali in cui andranno a inserirsi.             

Cosa significa progettare una classe innovativa o un laboratorio innovativo?

Classe innovativa o un laboratorio innovativo, cosa significa esattamente? Implementare una classe o laboratorio innovativi vuol dire innanzitutto prevedere una didattica innovativa, all’interno di un ambiente di apprendimento innovativo e con le metodologie, innovative e non, idonee al miglior utilizzo della tecnologia disponibile. Il principio degli ambienti di apprendimento cui si riferisce il Decreto Ministeriale n. 161 del 14 giugno 2022 si ispira alle 7 caratteristiche per progettare un ambiente di apprendimento riportate nel documento dell’OCSE e riassunte in una tabella disponibile nel piano scuola 4.0:

  1. L’ambiente di apprendimento riconosce nei discenti i principali partecipanti, incoraggia il loro impegno attivo e sviluppa in loro la consapevolezza delle loro attività da discenti. 
  2. L’ambiente di apprendimento si fonda sulla natura sociale dell’apprendimento e incoraggia attivamente un apprendimento cooperativo propriamente organizzato. 
  3. I professionisti dell’apprendimento all’interno dell’ambiente di apprendimento sono perfettamente in sintonia sia con le motivazioni degli studenti che con il ruolo cruciale che le emozioni hanno nell’ottenimento dei risultati. 
  4. L’ambiente di apprendimento è estremamente sensibile alle differenze individuali tra gli studenti e le studentesse che lo compongono, ivi comprese le loro conoscenze pregresse. 
  5. L’ambiente di apprendimento elabora programmi che richiedono un impegno costante mettendo tutti in gioco senza provocare un sovraccarico eccessivo di lavoro. 
  6. L’ambiente di apprendimento opera avendo ben presenti le aspettative e implementa strategie di valutazione coerenti con tali aspettative; pone altresì una forte enfasi sul feedback formativo per supportare l’apprendimento. 
  7. L’ambiente di apprendimento promuove con convinzione la “connessione orizzontale” tra aree di conoscenza e materie, nonché con la comunità e il mondo più in generale.

Chiariti questi aspetti, prima di presentare il progetto per accedere ai fondi del PNRR Istruzione, che vedono nelle azioni 1 e 2 del Piano Scuola 4.0 il decreto attuativo, è necessario che tutto il personale scolastico e gli attori coinvolti si pongano delle domande fondamentali: che didattica innovativa vogliamo fare? Cosa ci serve per renderla efficace? Quali sono le tecnologie di cui abbiamo bisogno realmente? Quali spazi sono necessari per attuare questa didattica?

Solo dopo aver risposto a questi quesiti ci si può dedicare a fare i conti per l’acquisto dei dispositivi, degli arredi e delle attrezzature necessarie. Non solo per offrire una didattica interessante e utile, oltre che fondamentale per permettere agli studenti di acquisire competenze trasversali utili per il mondo del lavoro, ma anche per rendere la scuola sempre più inclusiva e combattere così la piaga della dispersione scolastica.

Come evitare sprechi nel progetto PNRR Istruzione

Istruzione, PNRR e transizione ecologica sono un’occasione da non perdere per il Paese e in particolare per le scuole. Questo però non significa sperperare denaro a casaccio e riempire le scuole di tecnologia di ultima generazione che non verrà mai utilizzata per mancanza di competenze e di una didattica adeguata.

Per presentare un progetto PNRR Istruzione ben fatto e senza sprechi, è necessario innanzitutto che le scuole interessate facciano un punto interno per raccogliere idee e suggerimenti e mappare le dotazioni già presenti.

La progettazione delle classi e dei laboratori innovativi previsti dal PNRR Scuola 4.0 deve partire dalla didattica; quindi, è necessario pianificare metodologie e ambienti di apprendimento in base al programma e alle competenze dei docenti. La fase di ideazione della progettazione andrebbe poi estesa anche ai genitori, al consiglio d’istituto e agli studenti per avere il contributo di tutti coloro che saranno coinvolti dal cambiamento, dando la precedenza, in fase di scelta, a soluzioni mobili e flessibili, utilizzabili in più aule e magari in differenti plessi scolastici, al fine di ottimizzare la spesa.

Una volta stabilite le necessità della scuola e un piano a medio-lungo termine per la didattica innovativa, è possibile rivolgersi ai professionisti del settore che saranno in grado di aiutare la scuola a presentare il progetto più idoneo, a consigliare le tecnologie effettivamente necessarie per la realizzazione del progetto scolastico e calcolare un preventivo di spesa da allegare alla domanda telematica. 

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