Le risorse finanziarie dedicate al mondo scuola

Published: Settembre 27th, 2022

È notizia di questi giorni la proroga di tre mesi, fino al 31 gennaio 2023, di due importanti avvisi diretti alle scuole: il primo riguarda le reti locali, sia cablate che wireless,  per consentire la connessione alla rete da parte del personale scolastico, delle studentesse e degli studenti, assicurando  il cablaggio degli spazi, la sicurezza informatica dei dati, la gestione e autenticazione degli accessi; il secondo, il Digital Board, per dotare le scuole di monitor digitali interattivi touchscreen, strumenti indispensabili per migliorare la qualità della didattica in classe e per utilizzare metodologie didattiche innovative e inclusive, ma anche per accelerare il processo di dematerializzazione e digitalizzazione amministrativa delle scuole.

A ciò si aggiungono, in scadenza a fine settembre, altri due avvisi: venti milioni di euro per i siti internet delle scuole e altri 50 milioni destinati alla migrazione sul cloud. Entrambe sono risorse previste dal PNRR e messe a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Continuano ad arrivare quindi finanziamenti per superare la vecchia lezione frontale. Ma, una volta avute le “attrezzature”, cosa accadrà nelle scuole? Esiste a tal proposito una interessante indagine conoscitiva della commissione Istruzione della Camera, frutto di un lavoro iniziato addirittura nel marzo 2019. In sostanza, la relazione dà cinque suggerimenti per recuperare una visione sana dell’apporto che le tecnologie possono dare alla scuola: l’innovazione deve integrare ogni attività didattica ed extra-didattica, bisogna fare attenzione all’insegnamento dell’uso critico degli strumenti digitali, soprattutto in riferimento alla privacy, usare le tecnologie per aiutare i ragazzi ad orientarsi e per ripensare la formazione dei docenti.

È chiaro che l’ingente investimento – 1,1 miliardi dedicati dal PNRR alle nuove competenze e ai nuovi linguaggi – rischia di riempire le scuole di tecnologie che non porteranno alla tanto auspicata nuova didattica se le scuole non “convinceranno” i docenti a cambiare modo di fare lezione. Bene i finanziamenti, ma riusciranno le nostre scuole a realizzare quella rivoluzione culturale necessaria per appassionare gli studenti alla scuola, per farla ritornare in cima ai propri pensieri e desideri?

La norma o il finanziamento, da soli, non bastano: sono la necessaria impalcatura per costruire la nuova scuola ma i mattoni e i leganti risiedono come sempre, nella parte umana: nei pensieri, nelle azioni, nella motivazione e nella passione di chi incarna la scuola. Mai come oggi è nelle mani dei docenti la possibilità di realizzare una nuova scuola o di far cadere nel nulla un potente tentativo governativo per aiutare i nostri ragazzi. La necessità è che ogni persona che vive nella scuola, dirigenti, docenti e Ata, dia anima alla struttura che si sta costruendo.