La didattica inclusiva si fonda su un principio relativamente recente, ma diventato fondamentale per le sorti della scuola. Prima si parlava di didattica integrata come metodologia per coinvolgere i bambini con disabilità, che dovevano adattarsi all’ambiente scolastico. Adesso, invece, con l’inclusione si fa riferimento a strategie finalizzate alla partecipazione di tutti gli studenti, con l’obiettivo di valorizzare al meglio le potenzialità e le caratteristiche di ciascuno. In questo caso, quindi, è la scuola che si adatta agli studenti. Ma vediamo più in dettaglio cosa si intende per didattica inclusiva e quali sono le metodologie e i punti chiave su cui poggia.
Didattica inclusiva: che cos’è
L’inclusione e la didattica inclusiva cercano di offrire a tutti i bambini eque possibilità di apprendere e sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per crescere.
La didattica inclusiva è un modello di insegnamento in base al quale tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro capacità, imparano insieme in un unico ambiente. Non è rivolta solo agli alunni affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o agli alunni con bisogni educativi speciali (BES), ma a tutti. Nasce infatti con lo scopo di valorizzare le caratteristiche specifiche di ognuno.
Le Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, stabiliscono due principi fondamentali per l’inclusione in classe:
- l’accettazione delle diversità come fonte di arricchimento;
- l’importanza di prestare attenzione ai bisogni di ciascuno, non solamente alle esigenze degli alunni affetti da particolari disturbi.
All’interno di un ambiente educativo inclusivo, la diversità e l’unicità degli studenti vengono valorizzati, senza discriminazioni.
Il docente inclusivo
Il docente inclusivo deve avere una sensibilità e un know-how specifico per adottare le giuste strategie di inclusione in classe. Per questo motivo, l’European Agency for Development in Special Needs Education ha predisposto un testo con le linee guida da seguire per essere un buon docente inclusivo.
L’agenzia europea ha identificato quattro principi essenziali a cui il docente inclusivo deve ispirarsi per attuare delle efficaci strategie di didattica inclusiva. In particolare, il docente inclusivo deve:
- valutare la diversità degli alunni (la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza);
- sostenere gli alunni;
- collaborare con colleghi e famiglie;
- aggiornarsi costantemente.
L’insegnante ha un ruolo fondamentale nell’autostima degli alunni e, di conseguenza, esercita un ruolo essenziale nell’espressione del loro potenziale di apprendimento. Per questo è importante che sia empatico, che riesca a comprendere le particolarità e le esigenze di tutti i suoi allievi.
Metodologie didattiche inclusive: esempi di strategie didattiche inclusive
La didattica inclusiva viene applicata seguendo particolari metodologie inclusive.
In particolare, esempi di strategie didattiche inclusive sono:
- l’apprendimento cooperativo;
- il lavoro di gruppo e/o a coppie;
- il tutoring;
- l’apprendimento per scoperta;
- l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici.
Il modo in cui viene predisposto un ambiente didattico inclusivo varia a seconda delle scuole e delle situazioni. Tuttavia, ci sono alcuni principi generali da cui non si può prescindere.
Tra gli altri, le classi dovrebbero essere composte sempre da studenti con abilità miste e nessun bambino dovrebbe essere separato dai gruppi principali o discriminato. Inoltre, bisogna sempre creare un ambiente scolastico accessibile (ad esempio con rampe per sedie a rotelle) e fornire supporto a tutti gli studenti indistintamente, per consentire loro di raggiungere il loro pieno potenziale.
Esempio di progetto didattico inclusivo
Un esempio di didattica inclusiva è il “circle time” o “tempo del cerchio”.
Durante il circle time, tutti i membri della classe si riuniscono per discutere un tema o un problema proposto dagli alunni o dall’insegnante: si tratta, quindi, di un’attività per creare un gruppo classe.
Ma come funziona?
Innanzitutto, si dispongono le sedie in cerchio. Quindi, si sceglie un argomento: i giochi preferiti, le passioni e gli interessi personali oppure come ognuno si immagina nel futuro. L’insegnante fissa le regole del gioco: il tema, la durata della discussione, le modalità. È molto importante il ruolo dell’insegnante nel circle time. Tocca al docente, infatti, osservare il comportamento degli studenti, capire come si svolgono gli interventi, ma anche facilitare la partecipazione di tutti e incoraggiare l’intervento dei più timidi.
La metodologia del circle time è un ottimo strumento di inclusione in classe. Infatti, serve a facilitare la comunicazione e la conoscenza reciproca, a valorizzare le risorse e le differenze individuali, a educare all’uguaglianza e alle pari opportunità. Inoltre, permette agli insegnanti di conoscere meglio la classe e agli studenti di conoscersi meglio tra di loro.
Didattica laboratoriale e inclusione
Le attività di inclusione possono variare in base ai contesti e alla composizione della classe. La didattica laboratoriale è tra quelle più efficaci e versatili. Secondo l’Indire, la didattica laboratoriale è in grado di coinvolgere gli studenti in percorsi di costruzione di conoscenze e sviluppo delle competenze, tenendo conto delle specifiche caratteristiche di ognuno. Quindi, si tratta di un ottimo strumento di inclusione in classe.
Per didattica laboratoriale si intende qualsiasi esperienza o attività nella quale lo studente riflette e lavora insieme agli altri, per la soluzione di una situazione problematica reale, l’assolvimento di un incarico o la realizzazione di un progetto. Il laboratorio di tecnologia, per esempio, avvicina i ragazzi ai concetti del coding, dell’elettronica e della robotica.
Didattica inclusiva: i 7 punti chiave
Come promuovere l’inclusione e la didattica in una classe a scuola? Il centro studi Erikson ha individuato 7 punti chiave dell’azione didattica, per favorire l’inclusione in classe. Vediamoli in dettaglio:
1. La risorsa compagni di classe
I compagni di classe rappresentano la risorsa più preziosa per attivare processi di inclusione. Fin dal primo giorno, è necessario incentivare e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe.
2. L’adattamento come strategia inclusiva
Per valorizzare le differenze individuali è necessario adattare i propri stili di comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di apprendimento. Inoltre, adattare significa variare i materiali rispetto ai diversi livelli di abilità presenti in classe.
3. Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi
Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, in particolare grazie all’uso di mappe mentali e mappe concettuali.
4. Processi cognitivi e stili di apprendimento
I processi cognitivi e le funzioni esecutive come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem solving consentono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e operative necessarie al processo di apprendimento. Allo stesso tempo, una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi presenti in classe e le diverse forme di intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni, sia per quanto riguarda le forme di insegnamento.
5. Metacognizione e metodo di studio
Sviluppare consapevolezza in ogni alunno rispetto ai propri processi cognitivi è un obiettivo trasversale a ogni attività didattica. L’insegnante agisce su quattro livelli di azione metacognitiva, per sviluppare strategie di autoregolazione e mediazione cognitiva ed emotiva, favorendo la strutturazione di un metodo di studio personalizzato e efficace.
6. Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione. È centrale sviluppare un’immagine di sé positiva e quindi buoni livelli di autostima. L’educazione al riconoscimento e alla gestione delle proprie emozioni e della propria sfera affettiva è indispensabile per sviluppare consapevolezza del proprio sé.
7. Valutazione, verifica e feedback.
In una prospettiva inclusiva, la valutazione deve essere finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. È poi necessario personalizzare le forme di verifica. La valutazione deve sviluppare processi metacognitivi nell’alunno e, pertanto, il feedback deve essere continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.
Nuove tecnologie per una didattica inclusiva
Abbiamo visto i principi e le tecniche su cui si basa l’inclusività didattica. Per una scuola davvero inclusiva è però fondamentale puntare anche sulle nuove tecnologie. Per esempio, è importante che i docenti predispongano i documenti per lo studio o per i compiti a casa in formato elettronico, affinché possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano ausili e computer per studiare.
Tra le nuove tecnologie per l’integrazione e l’inclusione scolastica, i display interattivi della linea ActivPanel di Promethean, adatti per studenti di tutte le età e per le scuole di ogni ordine e grado, sono indispensabili per attivare al meglio le nuove strategie di inclusione.
In particolare, il nuovissimo ActivPanel LX è il miglior monitor interattivo per la scuola in grado di creare uno spazio di collaborazione con strumenti che catturano l’attenzione, accendono le idee e ispirano l’apprendimento in maniera semplice ed intuitiva.
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Per saperne di più sull’universo Promethean per la scuola:
- Come utilizzare i software per lavorare con studenti con difficoltà di apprendimento
- Sussidi didattici tecnologici a sostegno dell’inclusione
FAQ
1. Cosa si intende per didattica inclusiva?
Con la definizione di didattica inclusiva si intende un modello di insegnamento in base al quale tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro capacità, imparano insieme in un unico ambiente.
2. Quali sono gli esempi di strategie didattiche inclusive?
Sono esempi di strategie didattiche inclusive l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, software e sussidi specifici.
3. Quali sono i punti chiave della didattica inclusiva?
I 7 punti chiave dell’azione didattica individuati dal Centro Studi Erikson sono: 1) La risorsa compagni di classe, 2) L’adattamento come strategia inclusiva, 3) Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi, 4) Processi cognitivi e stili di apprendimento, 5) Metacognizione e metodo di studio, 6) Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento, 7) Valutazione, verifica e feedback.
4. Cosa si intende per docente inclusivo?
L’insegnante ha un ruolo fondamentale nell’autostima degli alunni e, di conseguenza, esercita un importante ruolo nell’espressione del loro potenziale di apprendimento. Per questo è importante che sia empatico, che riesca a comprendere le particolarità e le esigenze di tutti i suoi allievi, ovvero che sia inclusivo.