Come migliorare la didattica a distanza nella scuola in ospedale

Published: Novembre 26th, 2020

Vivere in contesti difficili impedisce spesso l’accesso alla fruizione di un corretto percorso di crescita personale e sociale, e la povertà educativa minorile priva bambini e adolescenti della possibilità di conoscere e conoscersi, sviluppando competenze e potenzialità.

Il progetto “Crescere senza distanza”, voluto dal Ministero della Salute in collaborazione con quello dell’Istruzione, l’Impresa sociale “Con i bambini” e la Fondazione Emanuela Zancan Onlus, si è posto l’obiettivo – come afferma l’on. Sandra Zampa, Sottosegretario alla Salute – di contrastare la povertà educativa nel settore dell’apprendimento a distanza, traendo spunti dalle esperienze di bambini e ragazzi ospedalizzati. Destinataria di questo Protocollo è dunque una fascia di utenza particolarmente svantaggiata: la scuola in ospedale, che è una realtà già presente da molti anni in Italia.

La necessità delle istituzioni scolastiche di adottare con l’attuale pandemia la didattica a distanza, ha determinato infatti una best practice anche negli ospedali, dove ogni giorno centinaia di minori affetti da patologie croniche si trovano a vivere una duplice difficoltà: il ricovero e l’allontanamento dalla scuola, che è per loro palestra di socializzazione oltre che di istruzione. Nell’ambito del Progetto sono stai intervistati docenti, sanitari, genitori e ragazzi che hanno fornito risposte utili a diversificare la didattica imposta dal distanziamento, proposte applicabili non solo alle scuole in ospedale, modulando l’insegnamento sulla base delle diverse esigenze e situazioni degli alunni.

Alle undici scuole aderenti al Progetto, selezionate sia al Nord che al Centro e al Sud Italia, è stato sottoposto uno stress test da cui è scaturito il Report finale, presentato in questi giorni: “Crescere senza distanza. Cosa ci insegnano le esperienze dei ragazzi con patologie croniche dell’apprendimento a distanza per contrastare la povertà educativa durante la pandemia“. Si tratta di un “patrimonio informativo – come ha sottolineato Anna Ascani, Vice Ministro dell’Istruzione – messo a disposizione di tutti”.

Dal Report, accanto al gradimento per l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento da remoto, sono emerse le difficoltà degli allievi ospedalizzati nell’accettare la didattica a distanza che li priva, in un momento difficile, dell’incoraggiamento dell’insegnante in presenza. Ma sono state indicate anche numerose proposte per migliorare la Dad: le richieste di acquisto di tablet in numero sufficiente, connessione gratuita, libri di testo digitali segnalano le più evidenti lacune che rischiano di accrescere il divario sociale, impedendo il diritto all’istruzione da parte di tutti.

Si è evidenziata inoltre la pressante esigenza di una maggiore personalizzazione dell’insegnamento a distanza che deve essere calibrato sulle effettive necessità di ogni allievo e comprendere oltre alle video-lezioni, esercitazioni per la verifica dell’effettivo apprendimento individuale.

 

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