Diceva Benjamin Franklin: “Dimmi e io dimentico, mostrami e io ricordo, coinvolgimi e io imparo”. Il Cooperative learning è una nuova forma di insegnamento che si fonda, appunto, sul coinvolgimento attivo degli studenti come base dell’apprendimento. In questa modalità didattica, gli studenti, impegnati in piccoli gruppi, sono chiamati a raggiungere un obiettivo comune: sotto la guida dell’insegnante, ognuno ha un ruolo specifico in base alle proprie capacità personali. Si tratta, quindi, di un metodo di insegnamento che valorizza l’inclusione e la socializzazione, migliorando al contempo i risultati della didattica.
Cooperative learning: che cos’è
Il Cooperative learning è una metodologia didattica in cui gli studenti lavorano in piccoli gruppi per raggiungere un obiettivo di apprendimento comune, guidati dall’insegnante. La metodologia poggia sulla partecipazione attiva dello studente, sul suo coinvolgimento all’interno del gruppo ed ha il vantaggio di:
- valorizzare le capacità di ogni alunno;
- promuovere la socialità e l’inclusione;
- migliorare il livello di apprendimento.
Il Cooperative learning sfrutta alcuni principi fondamentali. Innanzitutto, l’interdipendenza positiva: agli alunni vengono dati obiettivi chiari e il loro contributo al raggiungimento dell’obiettivo determina sia il successo personale che quello di gruppo.
Con il Cooperative learning entra in gioco sia la responsabilità personale che quella di gruppo. Il lavoro di squadra promuove l’automotivazione, il processo decisionale, la costruzione della fiducia, la comunicazione e la gestione dei conflitti come competenze di base. Grazie all’apprendimento cooperativo, gli studenti per imparare si aiutano a vicenda, si danno fiducia e si sostengono.
Cooperative learning: i vantaggi
Come abbiamo visto, l’apprendimento cooperativo si basa sull’utilizzo di gruppi per migliorare l’apprendimento e il coinvolgimento in classe. Tra i vari esempi di Cooperative learning troviamo l’insegnamento interattivo, i gruppi di lavoro, l’assegnazione dei ruoli e tutte le iniziative che stimolano il lavoro di gruppo, poiché combinano la didattica con l’esercizio delle abilità sociali. Ciò consente agli studenti di utilizzare le proprie capacità di pensiero critico e allo stesso tempo di lavorare insieme in maniera costruttiva, per raggiungere obiettivi condivisi. L’apprendimento cooperativo in classe può favorire non solo l’autostima e la motivazione, ma migliorare anche la condotta e il rendimento degli studenti.
Le strategie di cooperative learning (significato letterale di apprendimento cooperativo) si fondano dunque sul pilastro della cooperazione, ossia un’interazione guidata dall’insegnante con lo scopo di facilitare il raggiungimento di uno specifico obiettivo didattico finale. Lo scopo della metodologia del cooperative learning è quello di migliorare le interazioni sociali tra gli studenti ed arricchire le loro esperienze di vita, dentro e fuori la classe. Permette di insegnare ed apprendere in gruppo. E, soprattutto, questo metodo di insegnamento estremamente versatile può essere impiegato a qualsiasi età. Mario Comoglio, docente all’Università salesiana di Roma e tra i primi promotori di questo metodo in Italia, sostiene, dopo diversi studi effettuati anche negli USA, che il Cooperative learning è il nuovo modo di “fare scuola”.
Cooperative learning: il ruolo dell’insegnante
Diffuso negli USA già a partire dagli anni ’60 e ’70, il Cooperative learning ha metodologie di applicazione differenti, adattabili a vari contesti scolastici.
Camoglio descrive il ruolo che deve avere l’insegnante nel coordinare al meglio i gruppi all’interno della classe.
Nello specifico, l’insegnante deve assegnare i ruoli, stabilire una valutazione interdipendente e controllare durante e dopo il lavoro di gruppo l’applicazione delle competenze sociali. L’insegnante deve soprattutto favorire una interdipendenza positiva fra i membri dei vari gruppi. Per questo, deve avere la capacità di strutturare al meglio il compito da assegnare al gruppo, di allestire i materiali necessari per l’apprendimento e di predisporre le attività per educare i membri ai comportamenti sociali richiesti per un’efficace cooperazione.
Gli insegnanti hanno la possibilità di lavorare sulle competenze di base di ogni studente, sulla comunicazione e sulle abilità specifiche di ognuno. In questo modo, il docente non si limita a somministrare nozioni ma promuove progetti coinvolgendo l’intera classe e migliorando l’intero processo di apprendimento. Infatti, più una lezione è attiva, più gli studenti tendono a impegnarsi sia intellettualmente che emotivamente: imparano di più e si divertono.
Cooperative learning e disabilità
Gli studenti con BES sono più coinvolti nelle attività di cooperative learning in classe. Nello specifico, nelle classi inclusive che utilizzano l’apprendimento cooperativo, gli studenti hanno la possibilità di esprimere i propri pensieri più liberamente, ricevono feedback costruttivi e di conferma dai propri compagni, si impegnano a fare domande, affinano le loro competenze e hanno maggiori opportunità di partecipazione attiva alla vita di classe.
Cooperative learning e inclusione vanno dunque di pari passo, così come cooperative learning come metodologia per i BES, poiché monitorando attivamente l’apprendimento degli studenti, gli insegnanti sono in grado di reindirizzare i gruppi verso compiti di apprendimento e fornire nuovi insegnamenti durante le mini-discussioni promosse nei gruppi, a seconda dei casi. In strutture didattiche fondate sul Cooperative learning, si accelera il processo di comprensione degli studenti con disabilità e si promuove il loro inserimento nel gruppo classe (Bucalos & Lingo, 2005).
Inoltre, secondo Stevens e Slavin (1995), gli studenti con bisogni educativi speciali o disabilità hanno maggiori probabilità di migliorare il loro livello di istruzione quando spiegazioni e modelli vengono forniti direttamente dai loro pari, dunque i modelli di cooperative learning e DSA sono estremamente validi a questo scopo.
Cooperative learning: fasi e metodologie
Negli anni sono state individuate dagli studiosi varie strategie di apprendimento cooperativo efficaci che facilitano l’apprendimento collaborativo, la produttività e la socializzazione tra i compagni di classe.
Secondo l’Asnor, Associazione nazionale orientatori, per creare un’attività con la metodologia didattica del Cooperative Learning, l’insegnante deve seguire delle fasi.
La prima fase prevede la progettazione dell’unità di apprendimento. Nella seconda fase viene proposto alla classe il progetto. Nello svolgimento dell’attività richiesta agli studenti, i docenti devono diventare ottimi osservatori. Al termine dell’attività, agli studenti viene chiesto di osservare il lavoro di gruppo, dando un giudizio mirato sul loro operato. Questo accresce indiscutibilmente il senso di valutazione e la verifica del raggiungimento dell’obiettivo comune.
Le strategie di apprendimento cooperativo non solo sono molto versatili, ma nella maggior parte dei casi richiedono una preparazione semplice e possono durare poco, riuscendo comunque a coinvolgere tutti gli studenti della classe.
Tra le metodologie di Cooperative learning, la più popolare è Think-Pair-Share.
La strategia è strutturata in tre fasi. Nella prima, il docente chiede agli alunni di pensare individualmente al tema proposto (Think). Nella seconda fase forma delle coppie e chiede agli alunni di confrontarsi sull’argomento (Pair). Nella terza fase, il docente invita alcuni studenti, appartenenti a coppie diverse, a condividere le idee o le risposte di coppia con l’intera classe (Share).
Cooperative Learning, esempi pratici
Abbiamo visto fin qui cos’è e come funziona il cooperative learning, le varie tecniche, i vantaggi della sua applicazione nel campo della didattica e i benefici per gli studenti, anche in presenza di BES e DSA. Vediamo ora alcuni esempi pratici di cooperative learning.
Il cooperative learning può essere applicato assegnando progetti di gruppo in cui gli studenti lavorano insieme suddividendo le responsabilità e utilizzando le proprie abilità per raggiungere un obiettivo comune. Tra le varie attività che rientrano in questa metodologia possiamo trovare la realizzazione di un video, di un cartellone, di una relazione su un dato argomento, ecc., che può essere utilizzata per creare delle simulazioni del mondo reale. Un esempio pratico potrebbe essere la simulazione di una seduta del Parlamento Europeo per dibattere sulla questione dell’ambiente e proporre soluzioni per la riduzione dell’inquinamento.
Il cooperative learning può essere applicato anche nell’apprendimento basato su giochi di ruolo, in cui gli studenti interpretano specifici personaggi in un contesto immaginario o storico. Per esempio, si potrebbe creare un progetto in cui gli studenti dovranno scegliere tra Repubblica o Monarchia in un regno immaginario, applicando le regole della Costituzione italiana o inventandone una ad hoc. Infine, il cooperative learning può essere applicato attraverso puzzle o attività che richiedono il contributo dei singoli appartenenti al gruppo per essere completati (come risolvere enigmi o costruire un modello insieme).
Ci sono mille modi per rendere il cooperative learning interessante e stimolante, e favorire così l’apprendimento attivo. Sta al docente trovare e applicare la tecnica migliore per il suo gruppo classe.
Learning together esempi e cos’è
Il modello Learning Together è una modalità di Cooperative Learning nata negli Stati Uniti intorno agli anni ‘70 grazie al lavoro dei fratelli David e Roger Johnson. Il Learning Together è una metodologia di gestione della classe in cui gli studenti imparano a lavorare insieme, in piccoli gruppi, ricevendo dall’insegnante una valutazione in base ai progressi fatti insieme. L’obiettivo è migliorare l’apprendimento e il rendimento scolastico, potenziando le abilità relazionali e il clima emotivo della classe. Infatti, il gruppo diventa occasione di crescita e strumento per imparare.
Esistono tre modi di strutturare il lavoro di gruppo:
- Learning Together cooperativo, con gruppi dai profili preferibilmente eterogenei;
- Learning Together individualistico, che implica alcuni momenti di lavoro individuale, pur rimanendo in un contesto di cooperazione;
- Learning Together competitivo, in cui i gruppi competono secondo indicazioni precise, con compagni di uguali capacità.
In questo contesto, è fondamentale il lavoro dell’insegnante che deve, di volta in volta, riflettere sulla scelta dei contenuti, scegliere i criteri per la costituzione dei gruppi e definire la modalità di valutazione più adeguata per gli studenti.
Secondo i fratelli Johnson, se predisposte nel modo giusto, le esperienze di apprendimento cooperativo, soprattutto quelle di Learning Together, promuovono nello studente un’attitudine positiva verso l’apprendimento, migliorano le capacità di ricordare le informazioni e il rendimento scolastico in misura maggiore rispetto ai contesti didattici.
Cooperative learning: tecnologia per lavorare in gruppo
Per permettere agli studenti di eseguire progetti, giochi di ruolo, compiti specifici o altre attività collaborative, la tecnologia è sicuramente un’ottima alleata che consente loro di condividere online e offline i progressi e le attività svolte in maniera efficiente ed immediata, senza rischio di perdere la bussola.
L’utilizzo di un display interattivo in classe, abbinato ai device personali degli alunni, permette di condividere in tempo reale con il gruppo di lavoro e con il docente lo stato dell’avanzamento del lavoro, collaborare in real time e presentare il lavoro finito alla classe in maniera semplice ed immediata.
Grazie agli strumenti per la didattica digitale messi a punto dall’esperienza ultraventennale di Promethean, applicare la metodologia del Cooperative Learning in classe e renderla piacevole da usare oltre che funzionale è un gioco da ragazzi. Adatti per studenti di tutte le età e per le scuole di ogni ordine e grado, i monitor touch interattivi Promethean della linea ActivPanel sono ideali per l’apprendimento cooperativo e la didattica moderna.
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