{"id":45546,"date":"2021-03-05T11:18:16","date_gmt":"2021-03-05T11:18:16","guid":{"rendered":"https:\/\/www.prometheanworld.com\/resource-center\/blogs\/le-tecnologie-e-la-pedagogia-della-domanda\/"},"modified":"2023-07-25T16:58:25","modified_gmt":"2023-07-25T15:58:25","slug":"le-tecnologie-e-la-pedagogia-della-domanda","status":"publish","type":"blogs","link":"https:\/\/www.prometheanworld.com\/it\/risorse\/contenuto\/blog\/le-tecnologie-e-la-pedagogia-della-domanda\/","title":{"rendered":"Le tecnologie e la pedagogia della domanda"},"content":{"rendered":"

Le tecnologie sanno rispondere ma non sanno domandare. Lo disse, diversi anni fa, Marshall McLuhan, ponendosi la questione dell\u2019educazione in relazione ai nuovi media. Attorno a questa riflessione si possono aprire oggi grandi scenari, sia per chi costruisce gli strumenti innovativi per la didattica sia per chi li usa o li deve fare usare.<\/p>\n

Una pedagogia della domanda. <\/strong>\u00c8 sotto gli occhi di tutti: giorno dopo giorno si sviluppano strumenti sempre pi\u00f9 innovativi e complessi. Per il loro uso \u00e8 per\u00f2 necessaria una pedagogia della domanda, in altre parole, spingere i ragazzi a porsi domande, a cercare. Banalmente, pensiamo ai motori di ricerca. Su Google si pu\u00f2 trovare di tutto, \u00e8 vero, ma a patto di saper porre la domanda in modo corretto. E come si pu\u00f2 porre una domanda se prima non l\u2019abbiamo pensata, se non siamo mossi da una curiosit\u00e0 forte che ci spinga a cercare? Incentivare la curiosit\u00e0 degli studenti \u00e8 un compito fondamentale della scuola dei nostri giorni. Abbiamo in mano strumenti che ci possono offrire una risposta a qualunque domanda ci venga in mente. Il punto \u00e8: ci viene in mente la domanda?<\/p>\n

La curiosit\u00e0. <\/strong>Le neuroscienze hanno dimostrato che se si riesce a collegare l\u2019apprendimento alle emozioni positive, quindi alla sorpresa, al divertimento, alla gioia, si stimola quella che Berlyne, nel lontano 1960, chiam\u00f2 \u201ccuriosit\u00e0 epistemica\u201d. In altre parole si stimola il sistema dopaminergico e cosi si lega l\u2019apprendimento ad un processo di ricompensa che si basa non su gratificazioni esterne, come un buon voto, ma su un\u2019emozione di piacere personale. La spiegazione \u00e8 evidente nelle immagini di risonanza magnetica funzionale che ci mostra come funziona la curiosit\u00e0 all\u2019interno del nostro cervello: attiva gli stessi circuiti dopaminergici innescati da cibo, droghe e denaro.\u00a0 Risultato confermato un paio di anni fa in una ricerca sulla scienza della curiosit\u00e0 condotta dalla Haas School of Business dell\u2019Universit\u00e0 della California-Berkeley.<\/p>\n

Le cinque dimensioni della curiosit\u00e0<\/strong>. Che la curiosit\u00e0 acuisca l\u2019intelligenza e l\u2019energia fisica e mentale \u00e8 ormai un fatto consolidato. Nel mondo della psicologia si sono alternate teorie contrapposte sulla curiosit\u00e0. Oggi non \u00e8 pi\u00f9 considerata una caratteristica unitaria ma pentadimensionale che comprende la teoria sviluppata nel \u201994 da George Lowenstein, che partendo dalle intuizioni di Berlyne, teorizz\u00f2 che le persone diventano curiose quando realizzano di avere un \u201cgap informativo\u201d cio\u00e8 quando capiscono di non avere le conoscenze desiderate; quella sviluppata negli anni \u201970 da Edward Deci che, facendo ricerca nell\u2019 University of Rochester individu\u00f2 una motivazione intrinseca a mettersi alla prova; quella dello psicologo Martin Zuckerman che studi\u00f2, nell\u2019universit\u00e0 di Delaware la ricerca di sensazioni forti; e quella di Britta Renner, che nell\u2019Universit\u00e0 di Costanza ha studiato la curiosit\u00e0 sociale nei confronti degli altri. Unendo tutti questi approcci, il modello pentadimensionale di Todd B.Kashdan, David J.Disabato, Fallon R.Goodman e Carl Naughton individua cinque dimensioni della curiosit\u00e0: il sollievo nel superare un gap di conoscenza, l\u2019esplorazione gioiosa, la curiosit\u00e0 sociale, la tolleranza allo stress (quarta dimensione nata dalle ricerche di Paul Silvia nell\u2019universit\u00e0 del North Carolina di Greensboro) e la ricerca di emozioni (quinta dimensione, ispirata da Zuckerman). Curiosit\u00e0 si lega a quel che papa Francesco definisce il \u201cdiscernimento\u201d: \u201cLasciare venire su le domande, senza anestetizzarle\u201d. E le domande devono riguardare anche le risposte che troviamo in rete: distinguere le fake news che rendono tanto vulnerabile la nostra societ\u00e0 dell’informazione, individuare le manipolazioni commerciali o di pensiero, attivare la mente. \u00c8 fondamentale in un mondo in cui la scuola ha perso, ormai da anni, il primato della trasmissione della cultura. \u00c8 talmente fondamentale che i governi, sia a livello europeo che nazionale, stanno mettendo a punto strategie ad hoc per combattere la disinformazione ed educare alla cittadinanza digitale<\/a> per un uso appropriato di media e tecnologia.<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":44696,"template":"templates\/resource-hub-content.php","meta":{"_acf_changed":false,"inline_featured_image":false,"_lmt_disableupdate":"","_lmt_disable":"","_EventAllDay":false,"_EventTimezone":"","_EventStartDate":"","_EventEndDate":"","_EventStartDateUTC":"","_EventEndDateUTC":"","_EventShowMap":false,"_EventShowMapLink":false,"_EventURL":"","_EventCost":"","_EventCostDescription":"","_EventCurrencySymbol":"","_EventCurrencyCode":"","_EventCurrencyPosition":"","_EventDateTimeSeparator":"","_EventTimeRangeSeparator":"","_EventOrganizerID":[],"_EventVenueID":[],"_OrganizerEmail":"","_OrganizerPhone":"","_OrganizerWebsite":"","_VenueAddress":"","_VenueCity":"","_VenueCountry":"","_VenueProvince":"","_VenueState":"","_VenueZip":"","_VenuePhone":"","_VenueURL":"","_VenueStateProvince":"","_VenueLat":"","_VenueLng":"","_VenueShowMap":false,"_VenueShowMapLink":false},"resource_categories":[],"acf":[],"yoast_head":"\nLe 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