Il 7 luglio scorso si è tenuta la diretta streaming sui canali social di Promethean dal titolo ‘I CPIA e la didattica potenziata’ che ha ospitato importanti esperti e docenti universitari quali Donatella Poliandri, Maria Ranieri, Luca de Luca Picione e esponenti di questo segmento del sistema educativo quali Giovanni Bevilacqua, Antonietta Centolanze e Flavio Battista.
I CPIA, Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, rappresentano una particolare tipologia di istituzione scolastica pubblica, con una propria autonomia, un proprio organico e una struttura organizzativa e didattica specifica.
Sono Reti Territoriali di Servizio del sistema di istruzione che svolgono un compito molto importante ai fini della realizzazione di percorsi di Apprendimento Permanente, destinati alla popolazione adulta, ai quali possono iscriversi:
- gli adulti che non hanno assolto l’obbligo di istruzione;
- gli adulti che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
- chi ha compiuto 16 anni e non è in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
- in alcune regioni può iscriversi anche chi ha compiuto 15 anni.
I CPIA sono chiamati concretamente a svolgere un ruolo attivo nell’inserimento o reinserimento nel percorso di istruzione e formazione di ragazzi, giovani e adulti arrivati da poco in Italia o espulsi precocemente dal sistema scolastico. Risulta fondamentale il lavoro di intercettazione e contenimento della dispersione scolastica portato avanti da queste istituzioni, definite spesso le scuole della “seconda opportunità”. Per la realizzazione di tali attività i CPIA si avvalgono di un Comitato Tecnico Scientifico, composto da rappresentanti delle Università, dell’Amministrazione, della Regione, degli Enti Locali.
La valenza, non solo formativa, ma anche sociale e civica dei CPIA permette di intervenire con successo a vantaggio di giovani e adulti, italiani e stranieri, con difficoltà di comunicazione e inserimento nel mondo del lavoro. Se la scuola dell’obbligo fosse un format televisivo, il CPIA sarebbe una serie ambientata in un Pronto Soccorso… una similitudine colorita per rendere l’idea di quanto le scelte educative, organizzative e didattiche debbano essere necessariamente improntate su principi di flessibilità, inclusione e accoglienza.
È per questo che il Paese deve continuare ad investire risorse per potenziare la didattica dei CPIA per consentire lo sviluppo di competenze da parte del personale docente nell’utilizzo di dispositivi tecnologicamente avanzati, quali ad esempio il monitor interattivo di Promethean che consente di realizzare lezioni contestuali in sedi civiche collegate con le carceri.
È necessario continuare a investire le risorse del Decreto Rilancio e le risorse del PON Scuola nel miglioramento degli ambienti di apprendimento e delle competenze dei docenti, i quali dovranno essere formati all’uso di nuove metodologie didattiche, che consentano di sviluppare i propri percorsi di insegnamento, in linea con il principio dell’autonomia prevista dalla legge.
A settembre, se le condizioni sanitarie lo consentiranno, sarà possibile recuperare la socialità tra gli studenti e la verticalità del rapporto con gli insegnanti, in una classe “potenziata”, che abbia tra le sue dotazioni tecnologiche strumenti come il panel interattivo touch screen, che consente al docente di conservare la centralità del proprio insegnamento, che abbia un proprio software, sia compatibile con qualsiasi sistema operativo e possa utilizzare software di terze parti come Apple, Microsoft, Google.
Soltanto in questa “classe potenziata” sarà possibile sfruttare a pieno tutte le possibilità che la tecnologia offre per consentire al docente di fare una lezione realmente inclusiva, interattiva, interdisciplinare e immersiva.